“Pareva che il suono delle parole prevalesse sul significato.
A un certo punto era come se stesse recitando rime senza senso. Tutti i suoi vocabolari entravano in collisione e si ricombinavano, il gergo da duri di Topeka, la parlata veloce del dibattito, la lingua che aveva preso in prestito da quei tedeschi deprimenti, i suoi poeti sperimentali, la tipica terminologia delle pene d’amore.
E qualcosa che si avvicinava al balbettio infantile, una regressione.”
Ben Lerner “Topeka School” Sellerio Editore