Un’amicizia nata con la spontanea esigenza dell’infanzia di condividere lo stesso pezzo di cielo.
Sei bambini riescono a costruire un loro mondo e leggendo “La casa dei Gunner” ne sentiamo le risate, i bisbigli, le parole sussurrate.
Assistiamo alla loro crescita e al cambiamento. Qualcosa si frantuma perchè una nube ha offuscato l’innocenza.
Sally si allontana dal gruppo senza un motivo e quel silenzio, quell’assenza creano il vuoto.
Ognuno ha bisogno di sperimentare se stesso, di superare in fretta l’adolescenza.
A distanza di anni, alla morte di colei che per prima ha saltato il fosso ed è entrata in un tempo diverso, i 5 adulti si riincontrano.
È tempo di comprendere e svelare, di affrontare il passato a viso aperto.
Un fiume di parole e di storie si intrecciano ed é come se i labirinti dove nascondersi crollino tutti insieme.
È l’abbandono di ogni difesa, di ogni pudore.
È l’unione che si consacra sull’altare di verità scomode.
Su tutti pesa il senso di colpa per quello che si è stati, per le frasi non dette.
Si scopre una sotterranea rete di segreti e nella concitatata necessità di confidarsi si esprime la vera amicizia.
Quella che non ha bisogno di conferme quotidiane perchè ha radici profonde.
Rebecca Kauffman scrive un romanzo a più voci con un’intensità lirica a volte straziante.
Riesce con la scrittura che sa cambiare di tonalità a registrare anche i pensieri più intimi.
Sappiamo che ci condurrà negli spazi desolati della solitudine, ci farà assaporare la paura di crescere, ci farà percepire i tanti strati interiori dei suoi personaggi.
Tutti indimenticabili perchè veri, capaci di accettare gli errori, pronti a mettersi in discussione.
Generosi, sensibili, doloranti, uniti dal senso di fraternità.
Di ognuno di loro resta l’eco di una riflessione o di una confessione perché è a noi lettori che si rivolgono e le loro vite sono la testimonianza di un percorso di consapevolezza dal quale nessuno può sottrarsi.