Alessandro Turati improvvisa una girandola impazzita di immagini.
La sua creatività scardina ogni modulo narrativo e inventa un linguaggio che sa animarsi.
Le parole si uniscono creando un vortice di pensieri semiseri.
I suoi personaggi assumono forme strane delineando una geometria emotiva.
“Entro per curiosità in un negozio specializzato in cibo quadrato.
L’insegna non descrive altro.
La commessa è triangolare.”
Il paesaggio sfuma in macchie indistinte esplorando luoghi esotici.
“Quori cuadrati”, pubblicato da Neo. Edizioni e illustrato da Stefania Dordoni, è una provocazione intellettuale.
La destrutturazione del percorso lineare offre spazi visionari dove, osservando con attenzione, galleggiano brandelli di esistenze.
“Io mi frequento tutto il giorno, c’è da capire: è davvero dura per me.”
Il protagonista rappresenta l’ansia del secolo ma la condisce con una buona dose di umorismo.
Si perde e si ritrova, cerca l’amore e non sa esprimerlo.
Non riconosce i confini del sè e ne è felice perché libero da schemi.
Si interroga e fa sorridere.
“Dove finiscono i peccati, una volta perdonati?”
Prova a volare e nasconde le lacrime.
Rilegge il passato e vorrebbe fermare la pellicola.
Si chiede il senso della vita e le risposte hanno la purezza dell’innocenza.
Scrive poesia sulla roccia della sua anima.
“Nati sbagliati.
Solitari alle feste.
Pieni di voci sotto le docce.
Consolati dall’alcool.
Stupidi e intelligenti.
Non velocissimi di pensiero.
Innamorati di chi ci lascia.
Cadiamo già caduti.”
Un romanzo sperimentale riuscito.
La cadenza delle frasi brevi, la libertà nell’uso della punteggiatura, l’accostamento di soggetto e verbo rendono il testo leggero e al contempo carico di messaggi subliminali.
“Sono stanco e costantemente irrisolto, sconfortato da me stesso, e questa città mi somiglia: bellezza e degrado coesistono.”
Consigliato a chi vuole fuggire e non trova la strada.
A chi ama restare e godersi l’attimo che si dilata.
A chi non sa trovare parole da dedicare al padre.
A chi vorrebbe andare nel “Paese Dove Nessuno Capisce Niente.”