“Cimiteri monumentali e camposanti di campagna, tombe affacciate sul mare o protette dal folto di un bosco, lapidi sfarzose e svettanti oppure più piccole, nascoste dall’erba; il racconto di viaggi solitari o in compagnia, dolenti o allegramente rocamboleschi, di tombe cercate e non trovate, di tombe solo immaginate.”
“Qui giace un poeta”, pubblicato da Jimenez, è un testo che commuove profondamente.
“60 visite a tombe d’artista” in compagnia di poeti, scrittori, giornalisti, blogger.
Ogni percorso rispecchia l’animo e la sensibilità di chi ci conduce.
Emerge la sintonia profonda con la letteratura, la magia della parola che si innalza nel silenzio dei luoghi e risuona forte ed eterna.
Un lungo viaggio spirituale che incarna il senso e lo scopo della scrittura: essere testimone di amore, vivere nel tempo e nello spazio, offrire conforto.
Ogni accompagnatore trasmette le sue emozioni, sceglie brani, individua una caratterialità, ricompone un’esistenza.
Il libro si divide in tre parti e questa scelta editoriale permette al lettore di abbandonare ogni pensiero affidandosi completamente.
In ogni tappa si vive l’incontro, si sconfigge la morte e si è invasi da una grande pace interiore.
Non esistono barriere linguistiche o inciampi stilistici.
Si elabora il lutto con un percorso purificatorio e sono loro, John Keats, Jack Kerouac, Andrea Camilleri, William Butler Yeats, Walt Whitman, Raymond Carver a regalarci una carezza.
Sentiamo le loro voci, percepiamo le sofferenze, viviamo lo stupore.
“La tomba ci raccoglie e contiene le nostre spoglie e diventa emblema di ciò che siamo nel luogo in cui non siamo più; il sepolcro diventa così monito e memoria, la memoria di un corso d’acqua che si estinguerà nel mare grande della memoria collettiva e della memoria dell’universo.”
Mariagiorgia Ulbar offre un’interpretazione non più soggettiva ricordando che la fine è inizio di un progetto di coesione.
È redenzione dalla solitudine cosmica, comune viaggio verso un traguardo.
Un insieme di meditazioni da leggere pensando che:
“Sono mille i venti che soffiano.
Sono il luccichio brillante della neve.
Sono il tramonto sul grano maturo.
Sono la leggera pioggia autunnale.”
Bisogna asciugare le lacrime e ricordare che la Cultura resiste agli assalti anche del dolore.