Hans e il suo bisogno di esporare nuove terre.
Una smania che lo porta a trasferirsi in Bolivia segnando il destino della moglie e delle tre figlie.
La sensazione di sdradicamento si esprime attraverso comportamenti differenti che si uniscono nella instabiltà affettiva.
“Andarsene”, pubblicato da SUR e tradotto da Giulia Zavagna, è il rifiuto di sentirsi protagonisti.
Una risposta alla sconfitta della Germania e il bisogno di ricomporre sogni.
L’America Latina è occasione di riscatto, è novità, è il sentiero percorso da antiche civiltà.
Ma è anche oppressione e morte, sangue rappreso dei ribelli, urla soffocate dei prigionieri.
Rodrigo Hasbún riesce a trasmetterci questa dicomia con una scrittura che lancia dei segnali.
Dice e non dice, affida ai suoi personaggi il compito di raccontarsi.
Ed ognuno interpreta la sua parte con una spietata analisi del ruolo all’interno del nucleo familiare e della società.
Se le strade si dividono è difficile dimenticare anche se come un mantra compare spesso la frase: “nessuna emozione, nessun ricordo.”
Difficile fare terra bruciata di un prima che ci ha ferito e coccolato trasformandoci in quelli che siamo.
L’unica a liberarsi completamente dalla sua pelle è Monika.
Si è trasformata “nella ferrea militante che ora viaggiava per l’Europa facendo visita alle comuni e raccogliendo fondi.”
Rivoluzionaria, capace di azioni coraggiose è un raggio di luce nel buio di un secolo complesso.
Donna complessa, percorsa da una insoddisfazione che sfocia nel bisogno di uscire dall’anonimato.
Ci si chiede quanto il politico riesca a penetrare nel privato e ci si accorge che di fronte alle scelte ognuno si lascia influenzare da fattori sociali e personali.
Un romanzo che indaga sulle relazioni affettive lasciando al lettore tanti punti interrogativi.
Non ci sono perdenti e vincenti, solo uomini e donne che provano a non essere estranei a se stessi.
Una storia che si incastra con quella del Che, sembra un incontro fortuito ma è il pozzo prezioso per garantire il cambiamento.
È il sacrificio estremo dal quale sgorga altra linfa vitale che inviterà a lottare per i propri diritti.
Anche da soli, contro tutti bisogna continuare ad andare per le strade della Libertà.