Recensione di @CasaLettori: “Prima di nascere” Claudio Damiani Fazi Editore

Titolo: Prima di nascere
Autore: Claudio Damiani
Casa Editrice: Fazi Editore
Collana: Le strade
Anno di pubblicazione: 2022
Recensione:
“Vedo il campo di battaglia, vedo le trincee nemiche
Come un paesaggio rassicurante
Vedo le nuvole che mi avvolgono, mi mischio con loro.”
Assenza premeditata, voluta, necessaria.
Bisogno di fermarsi ad osservare il prima.
Dilatare la percezione e provare a raggiungere l’inconoscibile.
Viaggio nell’ignoto “in un cielo completamente vuoto, completamente solo.”
“Prima di nascere”, pubblicato da Fazi Editore, è una sfida al tempo, la necessità di riassaporare gli attimi che precedono la creazione.
Già nel titolo sorge il dubbio che uno degli itinerari da percorrere sia metafisico.
Se ne ha la certezza leggendo i versi che compongono la raccolta.
Contengono qualcosa di misterioso, difficile da decifrare.
È questo il nuovo progetto culturale di Claudio Damiani.
Affidare alla parola gli spazi insondabili della mente.
Ci riesce brillantemente scavando tra “i resti e le vaghe tracce”.
Un testo filosofico dove pungente è la domanda che da sempre ha coinvolto l’uomo.
Quale l’origine di ogni cosa?
Il fato o qualcuno o qualcosa che muove i fili della storia?
“Mi lascio andare sul letto
Lascio che l’aria mi circondi
Come un ciottolo che la corrente trascina
E che niente mi salvi.”
Abbandonare ogni resistenza, farsi spingere verso incertezze che forse contengono verità.
Non è facile interpretare la traccia narrativa, sembra di inseguire orme sulla sabbia e ad un tratto perderle, trovare solo il nulla.
E quel nulla è sogno chimerico, simbologia che si artiglia alla parola, virtuosismo sintattico.
Dobbiamo attraversarlo, tornare innocenti, entrare nel grembo della madre, sentire le vibrazioni del corpo che ci ha concepito.
“Non scruteremo l’orizzonte col cannocchiale
Ogni momento, non saliremo sull’albero
Per cercare una lontana terra, sfidando la tempesta.”
Quella terra siamo noi fragili, incerti, spaventati.
Noi consapevoli di essere parte di un disegno troppo grande.
Noi dentro gallerie, costretti a scavare negli anfratti delle nostre resistenze.
Noi bisognosi di perdono, di una parola che ci assolva.
Rispetto alle prove letterarie precedenti questo testo ha l’asprezza di una nuova lingua che si sta modellando, la malinconica visione di una solitudine infinita, la percezione di aver fatto passi falsi.
E i figli reduci come noi in questa terra di nessuno dove il fuoco divora e ama.
Una scrittura conflittuale, tesa, a tratti drammatica.
Apocalittica e bellissima, visionaria e sfuggente, dolorosa e assorta.
Anche noi ci sentiamo
“Come una tabula rasa
E la vita sta finendo.”
Editore:
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Autore:
Ha pubblicato diversi libri di poesia tra cui Eroi (2000, Premio Montale), Attorno al fuoco (2006, Premio Luzi), Sognando Li Po (2008, Premio Lerici-Pea), Endimione (2019, Premio Carducci). Suoi testi sono stati interpretati da Piera Degli Esposti, Nanni Moretti, Roberto Herlitzka e altri. Con Fazi Editore ha pubblicato le raccolte più importanti, tra cui: Poesie (2010), Il fico sulla fortezza (2012) e Cieli celesti (2016).

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