C’è tanta delicatezza nelle parole di Giampaolo G. Rugo.
Un’attenzione per i sentimenti nascosti, per gli attimi sospesi, per gli scarti affettivi.
“Acari”, pubblicato da Neo Edizioni, conferma un esordio letterario brillante dove la cura del linguaggio si accompagna ad immagini poetiche.
È la quotidianità che si sgrana in brevi racconti costruiti seguendo una duttilità stilistica e una visibile triangolazione dei personaggi.
La saggezza mista a sarcasmo della donna più vecchia del mondo serve a sottolineare quella cesura tra finzione televisiva e realtà.
“La verità è che capisco tutto e, quel che è peggio, ricordo tutto.
Ricordo tutto.”
La mente nei suoi percorsi non sempre lineari è luogo di incontro di scintille creative, è speranza di guarigione, tentativo di comporre dialoghi alternativi.
E Bimbo nel suo mondo a volte irraggiungibile è sintesi di un messaggio d’amore.
Roma, città infinita, nelle periferie trova frammenti di autenticità mentre il tempo incipria di rughe e resta solo il rimpianto di occasioni perdute.
La Storia insegue i più giovani, può essere macchia che offende o triste padrona di casa.
Il dialetto si incunea a scandire un registro stilistico mentre le storie si attarcigliano, si incontrano, si allontanano.
Gioco di ruoli e di aspettative, di delusioni e mancanze.
Una scacchiera dove ognuno forse vorrebbe trovarsi per confrontarsi con lo sfumare dei giorni.