“Io non scrivo un libro, più che altro lo veglio, come si fa con un amico in fin di vita.
Durante l’orario di visita, entro nella sua stanza con timore e compassione per i suoi molteplici disturbi.
Stringo la sua mano e spero si riprenda.
Questa tenera relazione può cambiare in un batter d’occhio. Se salti una o due visite, il lavoro in corso ti si ritorcerà contro.
Il lavoro in corso diventa feroce molto in fretta.
Può tornare allo stato brado in una sola notte.
È a malapena addomesticato, come un mustang a cui un giorno hai allacciato una cavezza, ma che ora non riesci a catturare.
È un leone che ingabbi nel tuo studio.
Man mano che il lavoro cresce, controllarlo diventa più difficile; è un leone che aumenta la sua forza.
Devi andare a trovarlo tutti i giorni e riaffermare il tuo dominio.
Se salti un giorno, avrai, a ragione, paura ad aprire la porta della sua stanza.
Entrerai con coraggio, brandendo una sedia e urlando: “Simba!”