“Andorra Una guida turistica”, pubblicato da Adelphi nella Collana Microgrammi, può essere letto come un delizioso racconto dove al centro c’è la scoperta di una città.
La storia, le abitudini, i musei, i monumenti, le abitudini quotidiane si snodano attraverso una scrittura impeccabile.
La precisione nel regalare il dettaglio, l’attenzione e la cura nella composizione delle frasi, le immagini che arricchiscono il testo offrono una passeggiata rilassante.
Ci si accorge che ogni brano è affidato ad un personaggio differente ma a fare da regista c’è Peter Cameron.
Il sospetto che tra le pagine si celi un mistero sorge spontaneo, nonostante nella prefazione si precisa che “un manipolo di andorrani veraci e responsabili si è unito per dar vita a questa guida semplice, ma senza dubbio accurata.”
Nasce il desiderio di visitare la Biblioteca, che è un vero e proprio “centro di scambio del libro”.
Sapete perchè? Si punta sulla condivisione della Cultura.
Le abitazioni private diventano poli attrattivi nell’organizzazione di “serate di canti e danze, recital di prosa o poesia, concerti di musica da camera.”
Una Nazione pacifica che mette in pratica un progetto di educazione permanente e collettivo.
I cittadini sono protagonisti, voci soliste che riescono a comporre una sinfonia articolata perché arricchita dalle diversità.
Un’altra stranezza? “Andorra non ha una lingua ufficiale. Gli andorrani sono poliglotti e non disdegnano nessun idioma.”
Il paradiso per chi vuole fuggire dall’omologazione ad un unico modello ideativo.
Da visitare “La suola smarrita” (ciabattino) e “La casa della gioia (libreria).
Pronti a partire? Fidatevi, avrete l’impressione di vivere dentro una favola e ….non mancheranno le sorprese.