“I disegni di “Love Oak, with Moss” non sono stati pensati come illustrazioni delle poesie, ma come una cornice, o una lente, attraverso cui riscoprire i versi di Whitman.”
Brian Selznick nell’illustrare “La quercia”, pubblicato da Tunuè, lascia spazio ai dettagli.
Partendo da un albero ne scorpora le parti, le differenzia grazie a tratti rapidi che giocano con il chiaroscuro.
Improvvisamente prorompe il colore ed è accecante, un insieme di gialli e rossi che si inseguono, si mescolano, si impongono.
Scompaiono lentamente ed ecco il blu che delimita il cielo.
Lentamente appare la città e nel silenzio delle strade ecco il poeta.
Un’altra figura si contrappone pur mantenendo la distanza.
Nella nudità e nelle ombre che si palesano avviene una emozionante fusione dei corpi.
Solo le mani a scandire una relazione che va difesa e protetta.
Mentre si cerca di diluire l’emozione arriva il tumulto della parola.
Una parola che Whitman non diede alle stampe.
Rileggere oggi “La quercia”, pubblicata da Tunuè, e tradotta da Diego Bertelli, significa aggiungere un tassello mancante.
“Non è nulla di tutto questo a
Paragone della fiamma che mi consuma
E brucia del suo amore, che m’innamora –
Nulla a paragone di quel che svelto
Di me, si rompe e ritrae.”
Urlo dell’uomo che amando in una forma assoluta è pronto ad abbandonare “tutto quello che ho creduto potesse bastarmi. ”
Testimonianza che sarà guida per cercare il coraggio di raccontare la propria omosessualità.
Utile viaggio per chi non riesce a cogliere la purezza dell’Amore nelle sue tante sfumature.