“Tu eri il mio oracolo, Adone.
Salivi le scale di casa con la smania di un ragazzo, e io mi lasciavo afferrare sul filo della soglia, inerte.
Mi sollevavi da terra come se dentro fossi vuota, i visceri evaporati nell’attesa del tuo arrivo. Ci baciavamo in punta di labbra con la passione immota degli incontri abituali, e il tuo odore di caccia disorientava il mio istinto.”
Danilo Soscia “Gli dei notturni Vite sognate del ventesimo secolo” minimum fax