“Una condanna, la sua: sentirsi sempre costretta a dimostrare il proprio valore.
Eppure, la passione, l’orgoglio di essere sbirra, le appartenevano a pieno titolo.
E le permettevano di camminare a testa alta nei corridoi della Squadra Mobile dove era apprezzata per il carattere volitivo, l’acume e l’infaticabile disponibilità dimostrata in ogni occasione.
Quando però si ritrovava da sola nel suo appartamento-rifugio e i colori e i suoni del porticciolo le inducevano melanconia, tornava a essere la bambina sognante e un po’ timida della sua infanzia a Borgo Nuovo.
E riaffioravano le paure di una vita fatta di fatiche e di miseria.”
Gian Mauro Costa “Mercato nero” Sellerio Editore