“È sbagliato dimenticarsi del passato in quanto passato, perché è come togliere a un animale l’istinto.
E questo sarebbe come ucciderlo completamente.”
Maria Luisa Agnese sceglie De Andrè a conclusione di una commovente introduzione al suo “Anni sessanta”, pubblicato da Neri Pozza.
C’è l’urgenza di ribadire che bisogna mettere da parte la nostalgia quando si torna indietro.
È una tecnica che impedisce la manipolazione del ricordo, gli impedisce di essere falso.
Perché raccontare proprio quegli anni?
Come sono nati e soprattutto cosa hanno lasciato?
“Sembra di entrare in un mondo parallelo.
C’erano possibilità larghe e aperte che prosperavano insieme al Pil, salti di classe, di regione, tutto è possibile.”
È questa l’aria che si respirava mentre il jukebox diventava oggetto di culto.
L’approccio della scrittrice è scientifico, va per gradi, illustra il contesto familiare e sociale.
Ogni capitolo sviluppa una tematica con un criterio rigoroso.
Date e cifre significative si mescolano con il boom economico e il fermento culturale.
La scuola, la famiglia, le gite in Riviera, i primi amori.
Le feste, l’assenza di un’educazione sessuale, i viaggi di formazione: foto di un album che fa luccicare gli occhi.
Le letture e la smania di conoscere l’Oriente, i gruppi musicali e la difficile scelta tra i Beatles e i Rolling Stones.
“È l’Italia del Cantagiro, del Festivalbar, del Disco per l’Estate, sembra modellata sul Giro Ciclistico, dove il carrozzone del giro della canzone – inventato da alcuni impresari dell’epoca, Gianni Ravera, Ezio Radaelli e Vittorio Salvetti – è acclamato a ogni tappa, piano piano la musica da ingenua e spontanea si sta trasformando in prodotto studiato per fare soldi e creare posti di lavoro.”
Le pagine dedicate ai cantautori sono viaggi all’interno delle città mentre “Contessa” crea uno spartiacque politico.
La minigonna e lo spirito di ribellione, la tv e il teatro, la scoperta di Pavese e i film di Bertolucci.
Correndo molti perdono la rotta, altri conoscono la meditazione e noi, poveri reduci, cerchiamo con tenacia di non disperdere le energie positive.
Si assapora “un mix di madeleine private e pubblici cambiamenti.”